martedì 21 aprile 2015

M.I.L.F. 2.0 #4 | DrEaM MaChInE. Dall'ideazione alla scrittura | incontro con EDOARDO ALBINATI | musica | mangia&bevi | Mercoledì 22 aprile Ore 21 Unical


"La letteratura è il luogo di molti paradossi e di azioni e rituali che all'inizio sembrano andare in direzione diametralmente opposta a quella che poi sarà il loro effettivo risultato: come il cavaliere che prima di mettersi al servizio di Cristo, gli sputa addosso. Il distacco più brutale dà inizio alla fusione più completa".
(Edoardo Albinati).

La scrittura è come una Dream Machine: provoca visioni, sobilla, induce uno stato simile a quello del sogno.

Per il quarto appuntamento di M.I.L.F. 2.0, la rassegna auto.-gestita di letteratura, musica e filosofia, organizzata da Il Filo DI Sophia, torneremo a indagare il multiforme universo della scrittura letteraria.
Mercoledì 22 aprile ore 21 (aula F2 cubo 18C UNICAL) ci chiederemo cosa accade in quel lungo tubo immaginativo che dall'ideazione porta alla scrittura, e lo faremo in compagnia di EDOARDO ALBINATI, scrittore, reporter e insegnante nel carcere romano di Rebibbia.

Da dove vengono le idee con cui formiamo una storia, in quale luogo si trova l’immagine intorno a cui cresce una poesia? Quali invenzioni attecchiscono e perché altre invece vengono abbandonate? Mentre si scrive un libro, a che punto si capisce se vale la pena continuare? Una volta finito, chi è meglio sia il suo primo lettore? E il suo giudizio, sarà attendibile? Come si trovano le parole giuste per raccontare una storia, soprattutto se la storia da raccontare riguarda la privazione della libertà individuale?

A seguire dibattito, musica e mangia&bevi comunitario.
-INGRESSO GRATUITO-

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EDOARDO ALBINATI

Vive a Roma dove dal 1994 svolge attività di insegnamento all’interno del penitenziario di Rebibbia. Ha tradotto testi di autori inglesi e americani tra cui: Vladimir Nabokov, Ambrose Bierce, Robert Louis Stevenson, John Ashbery. Ha inoltre tradotto La tempesta di William Shakespeare (1999) e adattato i romanzi di Chrétien de Troyes per lo spettacolo Graal (2000) e il poema di John Milton per lo spettacolo Paradiso (2004), tutti per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Per lo stesso regista ha scritto Il colore bianco, andato in scena per le Olimpiadi di Torino 2006.
Dal suo libro Orti di guerra sono stati tratti venti episodi realizzati da Radiotre Rai (1997) con musiche di Fabrizio De Rossi Re (nell’edizione Fandango 2007). Con lo stesso musicista ha realizzato il cd Folgorazione (Contempo, 2005). Dal romanzo Il polacco lavatore di vetri il regista Peter Del Monte ha tratto il film La ballata del lavavetri presentato al Festival del Cinema di Venezia 1998. Nel 2002 ha lavorato presso l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati in Afghanistan e nel 2004 ha partecipato a una missione dell’UNHCR in Ciad, pubblicando reportages sul Corriere della Sera, The Washington Post e La Repubblica.
Dalla sua esperienza di insegnante all'interno del carcer di Rebibbia è nato il libro Maggio selvaggio, 1999 a cui hanno fatto seguito 19 (2000), Sintassi italiana (2001), Il ritorno (2002). Con il romanzo Svenimenti, ha vinto il Premio Viareggio nel 2004. Ha poi pubblicato Tuttalpiù muoio, (con Filippo Timi, Fandango 2006), Guerra alla tristezza! (Fandango 2009), Vita e morte di un ingegnere (Mondadori 2012), fino al recente (2014) Oro colato, otto lezione sulla materia della scrittura, nato da una serie di incontri tenuti gratuitamente all'Università di Roma, tra il 2011 e il 2012.

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Cos'è M.I.L.F.?

Rivendicare, oggi, il proprio essere “indipendenti” (che si parli di case editrici, gruppi musicali, progetti artistici di ogni sorta) evoca fantasmi radical chic che stentano ad abbandonare le nostre città, sempre più infestate dal vecchio demone dell’estetizzazione. Alberga una strana e perniciosa tendenza in ciò che definiamo “indipendente”: da un lato, si aspira alla più totale autonomia e originalità, ma, paradossalmente, dall’altro, si fa ricorso a una serie di immagini, segni, giochi visivi, concetti, simboli culturali, che, tutti insieme, formano un apparato di convenzioni immediatamente e chiaramente riconoscibile da spettatori e fruitori.
Che senso ha, quindi, scomodare la parola “indipendente” in questo sconfortante quadro di abulia creativa spacciata, tuttavia, per oro colato? 
“Indipendente” vuol dire auto-gestione, auto-finanziamento, auto-produzione, possibilità d’espressione senza vincoli, libera circolazione delle idee, senza alcun marchio di fabbrica, difesa di visioni del mondo alternative rispetto all’egemonia culturale esercitata violentemente dai circuiti ufficiali, valorizzazione dei giovani talenti, dare voce a chi non ce l’ha, contribuire a ricostruire il frammentato tessuto sociale, fungendo da spoletta tra città e università.
Così, abbiamo pensato di dare vita a M.I.L.F., una rassegna indipendente che possa, innanzitutto, recuperare il coinvolgimento attivo degli studenti, anche fuori dall'orario curriculare, nonché riallacciare i rapporti tra università e città. Vivere l’università come mero luogo di apprendimento didattico non è più sufficiente, così come un’università che non dialoga con il territorio su cui è nata e fiorita rappresenta uno spazio vuoto, destinato a morire. M.I.L.F. è il simbolo di ciò che è maturo, ma non ancora datato, di ciò che è insoddisfatto, ma ancora attraente, di ciò che sembra irraggiungibile, ma, proprio per questo, sobilla le fantasie più ardite. È un gioco d’immaginazione M.I.L.F., un invito “spinto” alla creatività, un tentativo di abbattere le distanze. In quest’ottica, musica, letteratura, arte e filosofia non possono più rappresentare dame di compagnia con cui trastullarsi per ammazzare il tempo, ma incarnano i viatici attraverso cui “ripensarlo” questo nostro tempo. 

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M.I.L.F. 2.0 #4
"Dream Machine. Dall'ideazione alla scrittura"
incontro con EDOARDO ALBINATI
mercoledì 22 aprile ore 21
aula F2 cubo 18C UNICAL
ingresso gratuito

Per info, proposte, insulti: ilfilodisophia@gmail.com | ilfilodisophia.blogspot.it oppure ci trovi su fb, twitter e google+

VI ASPETTIAMO!

venerdì 10 aprile 2015

M.I.L.F. 2.0 (rassegna auto-gestita di musica letteratura filosofia) #3 | lectio musicale di GABRIELE PANICO | mostra di Federica Armeni | Mercoledì 15 aprile | Ore 21 Unical


Terzo appuntamento per M.I.L.F. 2.0, la rassegna auto-gestita di musica, letteratura e filosofia organizzata da Il filo di Sophia. Per il primo dei due eventi in programma questo mese, tornerà a essere protagonista la musica, in una forma del tutto inedita.
Mercoledì 15 APRILE ore 21 (aula F2 cubo 18C UNICAL) vi proponiamo "Regressione del cittadino italiano: impoverimento cognitivo dell'ascolto", una lectio sui generis condotta da GABRIELE PANICO (alias LARSSEN) contaminata da ascolti e visioni, seguita dallo showcase "Vasconi".
Inoltre, avremo il piacere di ospitare "Synästhesie. Dischi raffigurati su tele", una mostra di Federica Armeni, frutto di un curioso esperimento artistico: trasformare, in tempo reale, suggestioni musicali in suggestioni pittoriche, partendo dall'ascolto di alcuni capolavori della musica elettronica e non solo.
La serata sarà accompagnata, come sempre, dal nostro solito Mangia&Bevi comunitario.

*INGRESSO GRATUITO*

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Cos'è "Regressione del cittadino italiano: impoverimento cognitivo dell'ascolto"?

“Regressione…” è uno studio in tempo reale sul rapporto tra musiche moderne e cittadini ascoltatori. E’ un’indagine dal vivo, tramite il mezzo della lectio e con l’apporto di documenti multimediali e brevi ascolti guidati. Un viaggio attraverso i protagonisti e i condannati alla musica moderna: pionieri, impostori, rivoluzionari e riciclatori mascherati, avventisti, interventisti e poseurs. Si accende un faro sul momento finale della produzione di un fenomeno musicale: l’ascolto e colui che dovrebbe esercitarlo come diritto. O capacità. Le relazioni tra presunte evoluzioni dell’ideazione della musica e numeriche involuzioni della fruizione di essa. 
Quanto hanno affascinato le rivoluzioni musicali iniziate nel 900 e dove si sono incanalate? Chi fischietta Stockhausen sotto la doccia? A Papa Wojtyla spararono perché introdusse le canzoncine pop nella liturgia, spalancando il regno dei cieli ai reality? Il jazz è nero, bianco o verde? Non sarà mica solo una gara a chi ha l’assolo più lungo? Le chitarre elettriche e il rap sono veramente l’unica cosa che ci meritiamo? Conservatori e accademie formano musicisti o solo altri insegnanti di musica? I termini minimalismo, soundart, landscape, indie, underground… sono solo termini con cui indicare individui senza un particolare talento musicale?

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Chi è GABRIELE PANICO?

Gabriele Panico, compositore, esplora l’universo musicale contemporaneo. Da sempre sonda i possibili sviluppi dei linguaggi musicali moderni scrivendo per solisti, formazioni cameristiche e orchestre, lavorando con strumenti acustici e trattamenti elettronici. Le sue opere “Massafoneta” (2005), “Adastra Peraspera” (2007), “Alunaarii” (2006), “PL” (2006), “Paesaggio Sonoro Tra 15 e 25 Metri: Campanili” (2004), “Pernambuco” (2009) sono state eseguite presso: Tokyo National Academy, E-Muzik Prize di Colonia, IRCAM Espace di Parigi, Taukay Festival di Udine, Risonanzexpò di Pescara, De Musica - Laboratori di Roma, Cineteca Nazionale di Roma, Urticanti Festival di Bari. Dal 2005 collabora con l’Archivio
Internazionale di Musica Contemporanea, che lo segnala come uno dei principali interpreti e studiosi della Tape Music europea (Stockhausen, Boulez, Xenakis, Nono, Ligeti). Dal 2008 pubblica per Timestretch Edizioni e Pocket Panther Records. Il Classical:Next di Vienna, nel 2013, lo presenta così: “La musica di Gabriele Panico ci appare come un posto sconosciuto dove Gyorgy Ligeti incontra Ornette Coleman, dove la Polifonia Fiamminga incontra la Trasfigurazione Elettroacustica. Egli si spinge verso le frontiere tracciate dai grandi maestri europei del XX secolo, abbracciando al tempo stesso la grande eredità dell’improvvisazione più radicale”. Dal 1998 dirige il network Larssen, dedicato alla musica elettronica con
cui ha prodotto numerosi album e singoli, presenziando regolarmente nei più importanti Festival e Network
musicali (BBC, Radio Rai, Babel Med, Sziget, Resident Advisor, Cidim). Ha scritto numerose colonne sonore originali per il cinema di Roberto Nanni, Stefania Casini, Giancarlo Soldi, Pippo Mezzapesa, Gianni De Blasi, Carlo Michele Schirinzi, Sophie e Anna-Lisa Chiarello. Ha sonorizzato dal vivo pellicole di Beckett, Cornell, Marker, Herzog e De Seta. Ha scritto, diretto ed arrangiato per Geir Jenssen, Steve Lacy, Lee Scratch Perry, Cristina Zavalloni, Jennie Abrahamson, Warsaw Chamber Orchestra, De Musica Open Octet, Ensemble 05, Ensemble Il Tempo Sospeso, Sonimage Avvistamenti, Popoli Global Meltin Pot Orchestra e molti altri.

Discografia recente e sintetica
Larssen “Karzali” [EP, Pocket Panther 2014]
Gabriele Panico “Der Abschied Retape” [LP, Enharmonia 2013]
Larssen “Maputo Hifi” [EP, Pocket Panther 2013]
Gabriele Panico “Soundcarraldo” [CD/Dig, Pocket Panther 2012]
Larssen “Pninism” [CD/Dig, Pocket Panther 2012]
Larssen “Genereteko” [CD, Leef 2007]
Larssen “We believe in the cosmodomestic music power” [CD, Leef 2004]

Official sounds
www.soundcloud.com/gabrielepanico
www.soundcloud.com/larssen

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Cos'è M.I.L.F.?

Rivendicare, oggi, il proprio essere “indipendenti” (che si parli di case editrici, gruppi musicali, progetti artistici di ogni sorta) evoca fantasmi radical chic che stentano ad abbandonare le nostre città, sempre più infestate dal vecchio demone dell’estetizzazione. Alberga una strana e perniciosa tendenza in ciò che definiamo “indipendente”: da un lato, si aspira alla più totale autonomia e originalità, ma, paradossalmente, dall’altro, si fa ricorso a una serie di immagini, segni, giochi visivi, concetti, simboli culturali, che, tutti insieme, formano un apparato di convenzioni immediatamente e chiaramente riconoscibile da spettatori e fruitori.
Che senso ha, quindi, scomodare la parola “indipendente” in questo sconfortante quadro di abulia creativa spacciata, tuttavia, per oro colato? 
“Indipendente” vuol dire auto-gestione, auto-finanziamento, auto-produzione, possibilità d’espressione senza vincoli, libera circolazione delle idee, senza alcun marchio di fabbrica, difesa di visioni del mondo alternative rispetto all’egemonia culturale esercitata violentemente dai circuiti ufficiali, valorizzazione dei giovani talenti, dare voce a chi non ce l’ha, contribuire a ricostruire il frammentato tessuto sociale, fungendo da spoletta tra città e università.
Così, abbiamo pensato di dare vita a M.I.L.F., una rassegna indipendente che possa, innanzitutto, recuperare il coinvolgimento attivo degli studenti, anche fuori dall'orario curriculare, nonché riallacciare i rapporti tra università e città. Vivere l’università come mero luogo di apprendimento didattico non è più sufficiente, così come un’università che non dialoga con il territorio su cui è nata e fiorita rappresenta uno spazio vuoto, destinato a morire. M.I.L.F. è il simbolo di ciò che è maturo, ma non ancora datato, di ciò che è insoddisfatto, ma ancora attraente, di ciò che sembra irraggiungibile, ma, proprio per questo, sobilla le fantasie più ardite. È un gioco d’immaginazione M.I.L.F., un invito “spinto” alla creatività, un tentativo di abbattere le distanze. In quest’ottica, musica, letteratura, arte e filosofia non possono più rappresentare dame di compagnia con cui trastullarsi per ammazzare il tempo, ma incarnano i viatici attraverso cui “ripensarlo” questo nostro tempo. 

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Il filo di Sophia presenta
M.I.L.F. 2.0 #3

"Regressione del cittadino italiano: impoverimento cognitivo dell'ascolto"+showcase "Vasconi" con GABRIELE PANICO
"Synästhesie. Dischi raffigurati su tele" mostra di 
Federica Armeni

Mercoledì 15 aprile ore 21
aula F2 cubo 18C UNICAL
INGRESSO GRATUITO

per info, proposte, insulti:
ilfilodisophia@gmail.com
ilfilodisophia.blogspot.it
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VI ASPETTIAMO!