domenica 13 maggio 2012

"Autoritratto": Fata Morgana, Francesca Woodman, mostra fotografica, aperitivo. Mercoledì 16 maggio Ore 19



IL FILO DI SOPHIA conclude il suo ciclo di incontri dedicati alla storia della fotografia con una serata speciale, ricca di eventi:

- si parte (ore 19) con la presentazione ufficiale dell'ultimo numero della rivista Fata Morgana (quadrimestrale di suoni e visioni edito da Pellegrini) dedicato all'Autoritratto. Interverranno, per l'occasione, Fortunato Cacciatore e Felice Cimatti;

- proseguiremo con l'aperitivo, durante il quale, con un buon bicchiere di vino in mano, potrete gustare anche la mostra fotografica"Walkscapes" di Alessandro Canadè, che sarà allestita negli spazi antistanti all'aula f2;

-a concludere la serata sarà l'intervento di Antonietta Petrelli, che ci racconterà del lavoro fotografico di Francesca Woodman, controverso genio della fotografia e musa ispiratrice della serata, prendendo in esame alcuni suoi autoscatti.

Per tutti gli amanti della fotografia e per tutti coloto che con passione hanno seguito il nostro ciclo di incontri, un'occasione unica per celebrare o conoscere la straordinaria e disturbante opera della Woodman.

Qualche frammento sparso su di lei:

E' in piedi. Nuda. Si lava con ostinazione. Poi si sdraia a terra in una stanza vuota. Così Francesca Woodman si presenta allo sguardo del pubblico. E in questi pochi gesti ripetitivi ed enigmatici svela la sua poetica intrisa di magia e illusione. Una poetica il cui filo conduttore è senza dubbio un'indagine introspettiva che elegge il proprio corpo a materia da esplorare fino allo sfinimento.
Gli autoscatti di Francesca Woodman sembrano essere realizzati sotto la spinta di un’articolata ricerca che mira all’auto-comprensione, che si palesa nell’opera attraverso una rigorosa costruzione formale della “messa in presenza” del corpo dell’artista. 

E poi, di colpo, il buio, il suicidio.

Quando lo fa un artista, specialmente da giovane, i critici possono essere molto tentati di analizzare la sua opera a posteriori e di “prevederne” la morte, o di leggere avventatamente un’infelicità nelle sue immagini. Questo può essere pericoloso e profondamente sbagliato.
I segni anticipatori della morte dell'artista non sono presenti, però, nelle sue fotografie.

E adesso, di nuovo, ci parla: "io vorrei che le mie fotografie potessero ricondensare l’esperienza in piccole immagini complete, nelle quali tutto il mistero della paura o comunque ciò che rimane latente agli occhi dell’osservatore uscisse, come se derivasse dalla sua propria esperienza".

VI ASPETTIAMO MERCOLEDI' 16 MAGGIO PER FESTEGGIARE TUTTI ASSIEME LA FINE (TEMPORANEA!) DELLE SERATE DEDICATE ALLA FOTOGRAFIA IN AULA F2 CUBO 18C

STAY FILODISOPHIA!

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